8 marzo: la festa della donna
8 marzo: la festa della donna

8 marzo: la festa della donna

L’8 di marzo ricorre la Giornata internazionale della donna. Durante la festa della donna si ricordano le lotte sociali della popolazione femminile per la considerazione della propria figura. Come è ben noto, nel corso della storia la donna ben poche volte ha avuto parte attiva nella società. Nella città di Atene, in età classica, solo i cittadini, maschi, adulti, potevano partecipare alla vita politica, ovvero alla democrazia. Certamente la tradizione ricorda alcune figure femminili del passato per le loro doti. Si pensi alla poetessa Saffo, oppure a Ipazia, scienziata vissuta alla fine del IV secolo ad Alessandria d’Egitto. Si tratta, però, di casi isolati.

L’istituzione della festa nei primi anni del Novecento

Nonostante secoli di voci inascoltate, durante i primi anni del Novecento qualcosa iniziò a cambiare. La prima proposta per l’istituzione di una festa dedicata alla donna risale al 1909, su iniziativa del partito socialista americano. L’anno successivo, l’idea venne accolta anche alla Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste di Copenaghen. Da questo momento, molti paesi iniziarono a celebrare una festa della donna, soprattutto su spinta dei partiti di matrice femminista. Tuttavia, la giornata di riferimento non era ancora stata fissata all’8 di marzo.

Solo dal 1921 si considerò l’8 marzo come data simbolo della festa della donna. In occasione della seconda Conferenza delle Donne Comuniste, tenutasi a Mosca, si stabilì la celebrazione proprio in questo giorno. La motivazione si legava strettamente ad un fatto avvenuto nell’ambito della Rivoluzione di febbraio in Russia. L’8 marzo del 1917 molte donne operaie erano scese in piazza per protestare contro lo zarismo, facendo sentire anche la propria voce, in un mondo dominato principalmente dalla figura maschile.

Per quanto si sia individuato questo evento come simbolo della festa della donna, a dire il vero, la ricorrenza si inserisce nel clima politico dei primi anni del Novecento. Infatti, le donne iniziavano a reclamare maggiori diritti e considerazione, come il diritto di voto.

La festa della donna: perché la mimosa?

Nelle giornate precedenti l’8 marzo, le vetrine dei fioristi abbondano di mazzi di mimose. Per non parlare dei banconi delle pasticcerie, con le deliziose torte mimose. Senza dubbio, il caratteristico fiore giallo è il simbolo della festa della donna e fa percepire l’avvicinarsi della ricorrenza già a settimane di distanza.

Ma da dove ha origine l’utilizzo della mimosa come simbolo dell’8 marzo? Nel corso della storia, la figura femminile è stata spesso associata a immagini floreali. Si pensi al noto epiteto di memoria omerica, Aurora dalle dita di rosa. La rosa si lega anche alla figura di Afrodite e, nel mondo romano, di Venere. Questo diventa anche il fiore per eccellenza della Vergine. Senza spine, in quanto priva del peccato originale, ritorna nell’immagine del Rosario: è la rappresentazione della corona fiorita, la preghiera attraverso cui Maria conduce al figlio Gesù.

A questo punto, ci si potrebbe domandare per quale motivo il simbolo della festa della donna sia la mimosa, invece che la rosa. La scelta non cade in un’epoca molto lontana dalla contemporaneità. La sua pianta è stata importata in Europa dall’Australia nel XIX secolo. Nel 1946 la parlamentare Teresa Mattei decise di offrire la mimosa alle donne, proprio in occasione dell’8 marzo. La scelta ricadde su questo fiore perché simbolo di femminilità e forza. Inoltre, la sua pianta ben si adatta anche a terreni di difficile coltivazione. Per questa ragione, ha una grande capacità di resistere, nonostante le difficoltà, come la figura femminile.

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