Agorà: una scienziata nel IV secolo ad Alessandria d’Egitto
Agorà: una scienziata nel IV secolo ad Alessandria d’Egitto

Agorà: una scienziata nel IV secolo ad Alessandria d’Egitto

Agorà – Acqua foto creata da rawpixel.com – it.freepik.com

L’11 di febbraio ricorre la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, istituita dall’Onu nel 2015. In questa occasione si celebrano le donne del passato e del presente che hanno dato un contributo notevole al progresso della società. Quale miglior occasione per ricordare la figura di Ipazia, donna-scienziata protagonista del film Agorà.

Il contesto e le vicende del film Agorà

Il film Agorà, regia di Alejandro Amenábar, uscì nelle sale cinematografiche nel 2009. Di genere storico e drammatico, è ambientato ad Alessandria d’Egitto. Questa città ha costituito fin dall’età ellenistica uno dei più importanti centri culturali dell’antichità. Proprio qui si trovava la nota Biblioteca, che accoglieva eruditi del calibro di Callimaco, Eratostene di Cirene e molti altri. Nei pressi di essa sorgeva il Serapeo, tempio dedicato alla divinità sincretica di Serapide.

Le vicende di Agorà sono ambientate proprio in questo importante polo culturale. La protagonista del film è Ipazia, filosofa e matematica, vissuta verso la fine del IV secolo d.C. Ci troviamo nell’anno 391. Il mondo pagano in quest’epoca sta vivendo una grave crisi. Infatti, l’imperatore Teodosio nello stesso anno ha emanato un decreto volto a impedire ai pagani l’accesso ai propri luoghi di culto. Ciò ha dato avvio, come naturale che avvenga, a numerose ribellioni. Queste hanno trovato il mondo pagano impreparato davanti ad uno scontro con la religione cristiana, allora intollerante di fronte alla pluralità dei culti.

In questo contesto, la setta dei cristiani fa un’incursione ad Alessandria e tenta di distruggere il Serapeo. Allora Ipazia tenta di difendere con tutta sé stessa e con i suoi discepoli la biblioteca del Serapeo, per preservare il sapere dell’antichità. Tra questi, due uomini combattono anche per l’amore di Ipazia stessa: il servo Davo e Oreste. Le vicende amorose procedono, ma la filosofa, alla fine, è continuamente sottoposta all’attacco dei cristiani, fino a ricevere una condanna a morte.

La libertà di Ipazia: una donna esemplare

Non è facile trovare nell’antichità donne che siano oggi ricordate per il loro sapere. Si possono contare sulle dita di una mano. Ipazia è, per questo, una figura esemplare. Figlia di un noto filosofo, studiò fin da piccola presso la Biblioteca di Alessandria. Anche se non sono rimasti sue opere, è ricordata dalle fonti come studiosa molto acuta.

Ipazia si occupava di filosofia, matematica e astronomia. Fu una donna rivoluzionaria soprattutto in quest’ultimo campo. Infatti, arrivò a ipotizzare il movimento della Terra e, con ciò, superò la teoria geocentrica tolemaica. Già alla fine del IV secolo d.C. si supponeva che la Terra non si trovasse fissa al centro dell’universo, ma si apriva una possibilità a prospettive differenti. Tuttavia, i tempi non erano ancora pronti per accogliere un’idea così rivoluzionaria.

Questa scienziata visse in un clima aperto verso gli studi, ma, al contempo, toccato dal fanatismo della religione cristiana. Ipazia non scese mai al compromesso di convertirsi, anche a costo della propria vita. Rimase fedele ai propri valori e alla volontà di preservare il sapere degli antichi. Per questo motivo, è oggi ricordata come simbolo del libero pensiero e dell’indipendenza femminile.

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