Arquà Petrarca: la dimora del poeta nei Colli Euganei
Arquà Petrarca: la dimora del poeta nei Colli Euganei

Arquà Petrarca: la dimora del poeta nei Colli Euganei

Arquà Petrarca

Chi pensa a Francesco Petrarca non può certamente definirlo come un uomo dalla residenza stabile. Il poeta, infatti, era fiorentino di famiglia, ma nacque in esilio, ad Arezzo, a causa di alcune vicissitudini politiche del padre. In seguito, visse sempre in viaggio e in movimento: da Avignone a Roma, da Bologna a Parma, Petrarca si spostava in continuazione. Solo negli ultimi anni della sua vita poté godersi il meritato riposo in una ridente località veneta che vive ancora oggi: Arquà Petrarca.

Un borgo dalla storia millenaria

Arquà Petrarca è un piccolo paese inserito nella stupenda cornice naturale dei Colli Euganei. La città vanta una storia plurimillenaria, che ha inizio addirittura nell’età del bronzo (3400 a.C. – 600 a.C.). Attraverso i secoli, Arquà ha continuato a mantenere una certa importanza: per questo motivo, in epoca romana si viene a trovare compresa nel dominio dell’Impero.

La fisionomia attuale del paese si deve, però, alla sistemazione che lo caratterizzò nel Medioevo. In particolare, il normanno Rodolfo vi costruì un castello. Fu la costruzione di questo edificio ad avviare la monumentalizzazione di Arquà. Oggi, purtroppo, non rimane nulla del castello, che fu distrutto nel corso del ‘300. In ogni caso, l’intricato saliscendi delle vie del paese, oltre alla cornice naturale che lo esalta ancora oggi, fecero innamorare il poeta che qui stabilì la sua ultima residenza.

Arquà Petrarca e il poeta

Nel 1368, Petrarca si stabilì a Padova su invito del signore della città, Francesco da Carrara. Lo stesso Francesco, l’anno successivo, concesse al poeta una dimora nel piccolo paese di Arquà. Vista la condizione piuttosto precaria dell’edificio, Petrarca presiedette al suo restauro. Dopo i lavori, che si protrassero per alcuni mesi, il poeta finalmente poté spostarsi nella sua nuova casa. Qui, assistito dalla figlia Francesca, si dedicò al riposo e alla revisione delle sue opere.

L’epigrafe affissa nella casa di Arquà Petrarca

Nella quiete dei Colli Euganei, Petrarca riuscì dunque a trovare una serenità cui la sua vita di peregrinazioni pareva non aver mai approdato. La sua dimora è ancora oggi visitabile e tra le sue stanze è possibile davvero respirare quel clima di quiete che tanto dovette ispirare e ristorare il poeta. La casa non è enorme, alla luce del fatto che Petrarca lo divise in vari ambienti, tra servitù e famiglia; certamente, però, a dare un senso di grande respiro è il giardino che la circonda, semplice, ma che conferisce al contesto un senso bucolico e di pace.

Petrarca morì proprio ad Arquà, nella notte tra il 18 e 19 luglio del 1374. Secondo le sue volontà, fu seppellito all’interno della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta. Pochi anni dopo, però, il genero fece trasferire il corpo in un’ara marmorea rossa, che ancora oggi si erge nei pressi della chiesa parrocchiale. Il poeta viaggiatore, dunque, che mai si era fermato nel corso della sua vita, ancora oggi riposa nel paese in cui aveva trovato la serenità tanto agognata. Nei pochi anni che trascorse in Veneto, egli instaurò con il borgo dei Colli Euganei un legame forte, che ancora oggi dura nel tempo; proprio in virtù di tale legame, a partire dal 1868, il paese assunse il nome di Arquà Petrarca, in onore del suo ospite più illustre.

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