La costellazione di Berenice
La costellazione di Berenice

La costellazione di Berenice

La costellazione di Berenice – Photo by Greg Rakozy on Unsplash

Tra le innumerevoli stelle che costellano, è proprio il caso di dirlo, il cielo notturno, compare una la cui storia risale a molti secoli fa. Si tratta della costellazione di Berenice. Questo raggruppamento di stelle compare ai primi di febbraio nel cielo e tramonta solo a settembre. Non molti, però, sono a conoscenza dell’affascinante vicenda che si cela dietro il suo nome; una vicenda che si ricollega a una donna, anzi, a una regina: Berenice d’Egitto.

Berenice, dalla Cirenaica all’Egitto

Berenice era una giovane di nobili ascendenti. In particolare, era nipote del sovrano d’Egitto, Tolemeo II Filadelfo. Ora, bisogna tener conto del fatto che il regno d’Egitto (altrimenti detto tolemaico, dal nome della dinastia dei suoi regnanti) fu spesso dilaniato da controversie interne alla famiglia reale. Nel nostro caso, una contesa sorta tra Tolemeo II e il fratellastro, Magas, indusse quest’ultimo ad autoproclamarsi sovrano della Cirenaica; una sorta di secessione, dunque, che si concluse con la morte di Magas, nel 250 a.C.

Il sovrano legittimo, dopo la morte del fratello, cercò di riappacificarsi con l’autoproclamata regione della Cirenaica mediante una stabile unione. Per questo motivo, combinò un matrimonio tra suo figlio, Tolemeo III Evergete, e Berenice, figlia di Magas. La giovane si ritrovò così, nel giro di pochissimo tempo, regina di una regione molto potente e molto ricca.

Oltre che una potenza agricola ed economica, l’Egitto all’epoca si era affermato anche in campo culturale. Nella sua capitale, infatti, Alessandria, si era riversata una grande quantità di intellettuali che, nella Biblioteca e nel Museo, si dedicavano a opere erudite e alla cura dei manoscritti antichi. Non a caso, è proprio grazie all’attività degli alessandrini che ora possiamo ancora leggere i miti antichi e i pensieri dei grandi filosofi greci. Tra i vari eruditi che si destreggiavano tra letteratura e scienza, due in particolare assumono un ruolo interessante ai fini del nostro racconto: Callimaco di Cirene e Conone di Samo.

Callimaco e il racconto sul ricciolo di Berenice

Callimaco si sentiva molto affine alla giovane regina d’Egitto, Berenice, perché come lei era originario di Cirene. Per onorarla, egli stese un componimento in suo onore, basandosi su una sensazionale scoperta di Conone, l’astrologo di corte. Quest’ultimo, infatti, nel corso delle sue osservazioni, aveva notato un nuovo raggruppamento di stelle, prima sconosciuto; propose, per definirlo con precisione, una sua identificazione con un ricciolo proveniente dai fluenti capelli della sovrana, che era misteriosamente sparito. Una relazione che, certo, a prima vista appare decisamente senza senso.

Occorre però fare un passo indietro: Berenice, subito dopo essersi unita in matrimonio con Tolemeo III, dovette separarsi subito da lui. Il giovane sovrano, infatti, partì per combattere contro il regno di Siria, che da tempo era in conflitto con l’Egitto per una serie di dinamiche economiche e di potere. Berenice, dunque, rattristata e preoccupata per il destino del marito, donò agli dei, come offerta, una ciocca dei suoi capelli. Si trattava di un’usanza greca molto antica, mediante la quale la donna sperava di propiziarsi il volere divino, affinché Tolemeo tornasse sano e salvo dalla guerra. Questo ricciolo, però, era ben presto sparito dal tempio in cui la sovrana l’aveva donato.

Conone, approfittando di quanto successo, sostenne che la ciocca si fosse catasterizzata: dunque, che fosse divenuta una costellazione. Questo prodigio, a suo dire, sarebbe stato una vera dimostrazione della benevolenza divina nei confronti della giovane sovrana. Berenice, infatti, riabbracciò poi Tolemeo, che riuscì a tornare indenne dalla battaglia.

La versione di Catullo

Il componimento di Callimaco, in realtà, ci è giunto in maniera estremamente frammentaria. A riportarlo, infatti, sono alcuni papiri che, a causa del tempo e di una cattiva conservazione, si sono rovinati in alcuni punti. Per fortuna, però, il testo ebbe una grandissima fortuna nell’antichità e fu di ispirazione per un altro grande autore, Catullo.

Il poeta di Verona, infatti, affascinato dalla vicenda narrata da Callimaco, decise di riproporre la storia di Berenice in un suo componimento. Grazie alla sua versione, siamo così in grado di ricostruire quelle parti del testo callimacheo che sembravano perse per sempre. Ancora una volta, allora, la vicenda di Berenice e del suo amato sposo, viene immortalata nella letteratura, oltre che nell’ampio panorama del cielo stellato.

Colui che una a una distinse le luci del cielo / e scoprì il nascere e il cadere degli astri, / come il fugliore di fiamma del sole violento s’oscuri, /e le stelle tramontino a ore certe, […] egli ancora, Conone, mi scorse in luce celeste, / chioma del capo chiaro risplendente / di Berenice che lei prometteva a molti fra gli Dei / e protendeva le sue terse braccia / nel tempo in cui il re strappato al suo nuovo imeneo / partiva a devastare il paese dei Siri, / con le tracce soavi del lungo duello notturno / durato per le spoglie della vergine.

(Trad. di E. Mandruzzato)

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