I Tirannicidi: un simbolo di libertà nel mondo contemporaneo
I Tirannicidi: un simbolo di libertà nel mondo contemporaneo

I Tirannicidi: un simbolo di libertà nel mondo contemporaneo

I Tirannicidi – Photo by Naveen Chandra on Unsplash

La storia più recente spesso ha fatto propria la simbologia di molte opere del mondo antico. Le incombenze attuali hanno comportato un recupero dal passato, utilizzando elementi di ogni genere al servizio di una nuova ideologia. Tra i numerosi monumenti analizzabili, il gruppo dei Tirannicidi svolge un ruolo esemplificativo.

La riscoperta dei classici era già avvenuta nel Quattrocento, ma è soprattutto nel secolo dei lumi che vediamo una sua manifestazione, con il Neoclassicismo. Senza dubbio, per noi è più semplice porre uno sguardo a periodi storici cronologicamente più vicini. In effetti, la questione diventa molto più chiara nel Novecento. Il cosiddetto “secolo breve” di Eric Hobsbawm ha visto un importante recupero del passato, posto al servizio dei nuovi regimi. Pensiamo alla propaganda mussoliniana, un recupero del classico che riprende il programma architettonico augusteo.

Come siamo riusciti a comprendere le opere del mondo greco?

Non sono molte le opere che sono arrivate intatte dal mondo greco fino a noi. Molti monumenti architettonici e scultorei sono andati distrutti. Di alcuni gruppi e complessi possediamo copie di età romana. Altri ancora li conosciamo solo grazie a testimonianze epigrafiche o letterarie. Non di rado, ci si imbatte in riferimenti testuali di opere, di cui, sfortunatamente, non abbiamo conoscenza diretta. Non sappiamo come fossero in passato, dove fossero collocate.

A volte, però, la combinazione tra arte e letteratura ci viene in aiuto. Ci sono dei casi fortunati, quando, ad esempio, la pittura vascolare rappresenta proprio quei complessi che non possiamo più vedere dal vivo. Queste descrizioni ci consentono di comprendere il significato intrinseco dei monumenti eretti, collocati in un preciso contesto storico. Il gruppo dei Tirannicidi è proprio uno di questi casi.

La vicenda di Armodio e Aristogitone: i Tirannicidi

Una delle copie meglio conservate dei Tirannicidi venne realizzata in età romana in marmo e appartiene alla Collezione Farnese. Oggi si trova al Museo Archeologico di Napoli. Le fonti ci raccontano che Atene commissionò il primo gruppo scultoreo ad Antenore, realizzando l’opera intorno al 510 a.C. in bronzo. Quando i Persiani occuparono la città, però, il sovrano Serse portò la scultura ad Ectabana. Fu solo all’epoca di Alessandro Magno, quasi due secoli dopo, che il gruppo fece ritorno al proprio luogo d’origine.

Nel frattempo gli ateniesi avevano provveduto a commissionare il medesimo gruppo a Kritios e Nesiotes. Questi nel 477 a.C. conclusero l’opera scultorea, nuovamente in bronzo, che venne esposta nell’Agorà di Atene. Le campagne di scavo realizzate in quest’area hanno portato alla luce proprio il basamento dei Tirannicidi, riconoscibile attraverso un’iscrizione. Noi siamo addirittura in grado di comprendere l’aspetto dell’opera di Kritios e Nesiotes grazie alla sua rappresentazione su alcune anfore panatenaiche.

Ma che cosa rappresenta il gruppo dei Tirannicidi? Un momento fondamentale della storia del mondo greco è il passaggio dalla tirannide alla democrazia ateniese. Ci troviamo al termine del VI secolo a.C., caratterizzato dalla tirannide dei Pisistratidi. Durante la festa delle Panatenee del 514 a.C., Armodio, Aristogitone e altri ateniesi cospirarono per uccidere i due tiranni Ippia e Ipparco. Armodio riuscì ad uccidere Ipparco, ma venne egli stesso eliminato. Allora, Ippia rese il proprio potere sempre più efferato, temendo cospirazioni, finché il popolo si rivolterò e nel 510 a.C. costrinse il tiranno a fuggire. Da questo momento in poi, l’uccisione di Ipparco è considerata l’atto fondativo della democrazia ateniese.

I Tirannicidi e la loro simbologia durante la Guerra Fredda

Tra le tante immagini del mondo greco e romano, il gruppo dei Tirannicidi ha svolto un ruolo molto importante nell’immaginario collettivo della storia più recente. Rappresenta il simbolo della libertà per eccellenza. Si tratta della liberazione dalla tirannide e l’avvento di una nuova epoca. Non si può negare che è un’immagine dall’effetto potente.

Nel mondo greco, già dal IV secolo a.C., Armodio e Aristogitone erano stati i destinatari di un culto eroico. La storia di queste figure risulta sempre più rilevante a partire dalla fine del Settecento. Il gruppo dei Tirannicidi diventa simbolo della democrazia e dell’abbattimento della dittatura. Tutto ciò prosegue senza soluzione di continuità fino al Novecento. Durante lo scorso secolo, queste immagini hanno giocato un ruolo fondamentale durante la Guerra Fredda. Entrambe gli schieramenti ne hanno fatto un uso propagandistico. Tuttavia, ciò ha visto una diffusione maggiore nell’arte dell’Unione Sovietica. Infatti, varie opere commissionate in quest’epoca richiamano in maniera più o meno diretta il gruppo dei Tirannicidi.

Che si tratti della Guerra Fredda o di un altro conflitto, è inevitabile che il tema della libertà sia sempre presente. Ciascun blocco ne crea delle rappresentazioni a proprio piacimento, in base a ciò che considera essere la propria libertà. La libertà può essere intesa come allontanamento di un motivo di oppressione. Oppure la si può intendere come eliminazione di quest’ultima. Alcuni, invece, inneggiano alla propria libertà ledendo quella altrui. Purtroppo, la figura di Armodio che uccide il tiranno è un’immagine che sta ritornando attuale.

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