Isadora Duncan, una rivoluzionaria del teatro e della danza
Isadora Duncan, una rivoluzionaria del teatro e della danza

Isadora Duncan, una rivoluzionaria del teatro e della danza

Isadora Duncan – Photo by Ahmad Odeh on Unsplash

Il teatro ha una storia lunghissima. La realizzazione di un luogo deputato ad accogliere le rappresentazioni drammatiche è da attribuire all’antica Grecia. Qui si mettevano in scena commedie, tragedie e drammi satireschi. Esibizioni di danza e canto non erano tanto svolte a teatro, quanto durante i simposi e in aree santuariali. Ad esempio, a Sparta si svolgevano in età arcaica in piena estate le Gimnopedie. Si trattava di una festa in onore di Apollo, in cui per ben cinque giorni tre cori si confrontavano in danze e canti. Si pensi anche ai riti dionisiaci, durante i quali le baccanti si lanciavano in una danza sfrenata.

Tante sono state le rivoluzioni nel mondo teatrale: dall’istituzione dei primi teatri stabili all’aperto, a quelli al chiuso. Dalla realizzazione di balletti sul palcoscenico alle rappresentazioni canore. Il mondo greco ha trasmesso alla latinità un bagaglio culturale che si è via via arricchito nei secoli. In un’epoca a noi vicina, tra Ottocento e Novecento, un importante apporto è stato dato da Isadora Duncan.

Una vita sempre in movimento

Isadora Duncan nacque il 26 maggio 1877 a San Francisco. Il padre abbandonò la famiglia quando sua figlia aveva solamente tre anni. La bambina iniziò, quindi, a seguire la madre, insegnante di pianoforte, alle lezioni di musica. A partire da questo momento, si avvicinò al mondo della danza. La vita di Isadora fu molto movimentata. Dopo essersi spostata a New York per prendere parte ad una compagnia teatrale, si recò a Londra nel 1899. Incominciò la sua carriera, portando sui palchi quella che viene definita “una danza libera”. Non sempre, però venne apprezzata. L’anno dopo fu la volta di Parigi, poi Berlino, e il suo successo crebbe notevolmente nell’ambiente europeo. Ebbe poi periodi di residenza tra Russia e Stati Uniti.

Anche la vita sentimentale di Isadora Duncan fu alquanto movimentata. Libera e indipendente, si sposò per tre volte con tre uomini differenti. Dall’amore con i primi due, nacquero tre figli. Purtroppo, tutti quanti morirono. Deirdre e Patrick ebbero una morte terribile, annegati nella Senna con la loro tata. Il terzo figlio, invece, morì poco dopo la nascita. La sua ultima relazione fu con un giovane poeta russo, di diciotto anni più giovane. Donna fuori dagli schemi per l’epoca, nell’ultima parte della sua vita il successo declinò progressivamente. Nel 1927 fece la sua ultima performance pubblica a Parigi, mentre realizzava la sua biografia, My Life. Purtroppo, morì nello stesso anno a Nizza a soli 50 anni, strangolata da una sciarpa che portava al collo.

La rivoluzione di Isadora Duncan all’insegna della libertà

Prima dell’avvento di questa personalità, la danza classica accademica dominava ogni palcoscenico. Dalla Scala di Milano, all’Opera di Parigi e tanti altri ancora. Isadora Duncan si è inserita nella scena come ballerina controcorrente: abbandonando i rigidi schemi, ha fatto emergere la ricchezza d’animo del singolo. Così racconta in una potente frase del suo libro, My Life:

So each word we speak, each gesture we make, continues in the ether on an immortal voyage. In this survival only I believe, and that is sufficient.

Questo viaggio immortale attraverso la parola e il movimento non può che rimandare al dionisiaco di Nietzsche. In effetti, la ballerina stessa aveva dichiarato che pochi erano stati i suoi maestri, ma tra questi vi era proprio Friedrich Nietzsche, con la lettura de La nascita della tragedia. Movimenti liberi da schemi, che aiutano a percepire il profondo dell’animo umano. Tutto ciò proprio come la danza sfrenata delle baccanti per Dioniso.

Ispirandosi all’antica Grecia, la Duncan ha proposto questo nuovo genere di danza come un metodo educativo, anche dei più piccoli. Il linguaggio del movimento consente di insegnare ciò che non si può trasmettere a parole. Quello che ne viene restituito è un messaggio potentissimo. Sempre di ispirazione greca è l’abbigliamento dei danzatori a teatro: erano superflui i costumi sfarzosi. Isadora indossava sul palco una tunica stretta sotto al seno e al bacino, lunga fino ai polpacci, ispirata al peplo greco, e danzava a piedi nudi, libera da schemi.

Isadora Duncan ha portato nei teatri del mondo una danza segnata da una forte componente esistenziale. Staccandosi dalla tradizione e creando un grande scandalo per l’epoca, ha avuto un’enorme influenza sulle generazioni future, fino a noi.

My Art is just an effort to express the Truth of my Being in gesture and movement.

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