La festa delle Antesterie ad Atene: il primo giorno
La festa delle Antesterie ad Atene: il primo giorno

La festa delle Antesterie ad Atene: il primo giorno

La festa delle Antesterie – Photo by Constantinos Kollias on Unsplash

Fin dall’età arcaica, la città di Atene era un luogo in cui il calendario era scandito dal susseguirsi di feste e rituali. Tra le ricorrenze più note, vi sono le Grandi Dionisie, che si svolgevano nel mese di Elafebolione, corrispondente a un periodo che si colloca tra i nostri marzo e aprile. Questa festa, dedicata a Dioniso, era occasione di numerose rappresentazioni teatrali, comiche e tragiche. A queste parteciparono i più noti drammaturghi della letteratura greca: Eschilo, Sofocle, Euripide e Aristofane.

Esattamente un mese prima della festa delle Grandi Dionisie, si svolgeva un’altra ricorrenza: le Antesterie. Durante il mese di Antesterione, corrispondente ai nostri mesi di febbraio e marzo, aveva luogo la festa dei morti. Gli ateniesi omaggiavano, quindi, i propri defunti alle porte della primavera, collegando l’avvenimento della morte con la rinascita della natura.

La festa delle Antesterie si svolgeva a partire dalla sera del giorno 11 del mese e terminava durante la sera del giorno 13. Questa prevedeva lo svolgimento di un insieme di rituali nati nel segno di Dioniso, ma non un Dioniso qualsiasi, bensì quello che gli ateniesi chiamavano En límnais, delle paludi. Si tratta del lato più umido e piovoso della divinità che si è soliti legare all’attributo del vino. Nelle rappresentazioni iconografiche questo dio è spesso ritratto su una barca in mezzo al mare, mentre si dirige verso la città di Atene. La festa, dunque, può cominciare solo quando Dioniso arriva in città.

Il primo giorno delle Antesterie: la festa dei barili

Durante la sera dell’11 di Antesterione aveva inizio la festa. Gli antichi chiamavano Pithoigía il primo giorno, ovvero “festa dei barili”. Si trattava della giornata della spillatura del vino nuovo. Per gli ateniesi, il vino nuovo non poteva essere assaggiato prima di questa ricorrenza. Plutarco, nella sua opera, racconta che il vino nel mondo greco era da considerare un phármakon, ossia una bevanda dagli effetti positivi o negativi, a seconda del suo utilizzo. La misura era ciò che ne garantiva un consumo positivo, ovvero l’attenta calibrazione nel mescere in parti uguali acqua e vino. Al contrario, se veniva bevuto puro, era da considerarsi un veleno.

Fin dal primo giorno, dunque, durante la festa si incontra un Dioniso umido, del vino, con tutte le ambiguità legate a questa bevanda. Da ciò è nato il mito di Icario. Agricoltore ateniese, Icario uccise un giorno un capro che stava mangiando dei grappoli dalla sua vite. Dioniso, così, ringraziò il contadino per aver preservato il proprio attributo, donandogli del vino puro. L’agricoltore volle condividere il dono con i vicini di campo, con un gesto di gentilezza. Questi, però, uccisero Icario, avendolo ritenuto colpevole del loro avvelenamento, poiché percepivano i sintomi dell’ebbrezza. La morte di questo contadino sarà il tema dominante del terzo giorno della festa delle Antesterie.

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