Lorenzo de’ Medici, tra realtà e finzione
Lorenzo de’ Medici, tra realtà e finzione

Lorenzo de’ Medici, tra realtà e finzione

Palazzo Medici – Photo by Clay Banks on Unsplash

La figura di Lorenzo de’ Medici è una tra le più affascinanti di tutto il Rinascimento. Intellettuale, poeta, abile politico e fine stratega, egli fu fautore della gloria di Firenze alla fine del ‘400. Proprio per la sua importanza ed ecletticità, Lorenzo è stato, nel tempo, oggetto di moltissime narrazioni e leggende; non ultima, la trasposizione televisiva della sua vita nella serie TV I Medici. È innegabile che molti elementi della sua vita e personalità, nel tempo, siano stati romanzati. Ciò non toglie, però, che il suo ruolo sia stato fondamentale nella storia italiana; senza di lui, una porzione notevole della nostra cultura sarebbe assente dai nostri libri di storia e letteratura.

Il giovane Medici alla guida di Firenze

L’ascesa al potere di Lorenzo inizia nel 1469; molto presto, dato che lui ha solo vent’anni. Ben presto, il giovane Medici perde il padre, Piero, proprio colui che l’aveva introdotto negli organi politici della città. Con l’aiuto del fratello, Giuliano, in pochi anni riesce ad accentrare nelle sue mani il potere. Come avevano fatto suo padre e suo nonno Cosimo prima di lui, però, rifiuta un ruolo di primo piano. La sua attività politica è molto più sottile, fatta di diplomazia e una parvenza di repubblica.

La serie TV che lo vede protagonista mostra spesso questa fine abilità politica di Lorenzo. Lo troviamo spesso intento a convincere i concittadini e gli altri potenti di Firenze a battersi per determinate cause, come la guerra contro Volterra. Questo dato, tra l’altro, è particolarmente interessante: Lorenzo non si mantenne del tutto estraneo agli scontri con gli altri protagonisti della scena politica italiana, anzi. Per molti anni fu in conflitto con papa Sisto IV, che aveva segretamente sostenuto la congiura dei Pazzi del 1478. Anche questa vicenda è raccontata, in modo romanzato, ne I Medici. Certamente, l’episodio fu particolarmente traumatico per Lorenzo, che perse il caro fratello Giuliano. Proprio grazie a questo passo falso del papa e dei suoi alleati, però, Lorenzo riesce infine ad averla vinta e a imporre la sua posizione, assieme a quella della stessa Firenze, nel panorama politico dell’epoca.

I due amori di Lorenzo

Il personaggio interpretato da Daniel Sharman, nella finzione televisiva, abbandona l’amante, Lucrezia Donati, per votarsi all’amore nei confronti della moglie Clarice. I due, nella realtà, si sposarono in giovanissima età: lei aveva solo quindici anni. Il matrimonio, come d’altronde era tipico nelle famiglie potenti dell’epoca, non era stato dettato da un interesse reale, ma da motivazioni politiche. Clarice, infatti, era membro della famiglia romana degli Orsini. Si trattava di una stirpe potente, con un ruolo importante negli equilibri politici di Roma. Nonostante i due avessero effettivamente dei caratteri opposti, sicuramente li legò un affetto sincero. Nelle lettere conservate del Magnifico non mancano lodi nei confronti di Clarice. In questa stessa corrispondenza, peraltro, Lorenzo si mostra particolarmente afflitto dalla morte della donna, da cui ebbe ben dieci figli.

La relazione tra Lorenzo e Lucrezia è reale: i due sono stati amanti, ma la relazione non era altro che un amore di gioventù. All’epoca del loro legame, infatti, Lorenzo aveva solo sedici anni. C’è di più: fu proprio lui a promuovere il matrimonio tra Lucrezia e il mercante Niccolò Ardinghelli. Lorenzo ha lasciato traccia della sua passione per la donna in alcuni componimenti. Nel poemetto Corinto, in particolare, Lucrezia è da identificare con Galatea, la bellissima donna per cui il protagonista, Corinto, nutre un affetto non corrisposto. Ovviamente si tratta di una finzione narrativa, dettata dai canoni letterari del genere narrativo che Lorenzo sceglie.

Lorenzo de’ Medici come mecenate e poeta

Abbiamo appena parlato di un’opera realizzata dallo stesso Lorenzo. Il giovane Medici, infatti, era realmente appassionato di cultura. Presso la sua corte, soprattutto verso la seconda metà del ‘400, operarono moltissimi artisti e letterati. Ne citiamo solo alcuni: Angelo Poliziano, Luigi Pulci, Pico della Mirandola; ma anche Sandro Botticelli e perfino Michelangelo Buonarroti.

Oltre a finanziare e promuovere le opere artistiche di tutti i suoi letterati e artisti, Lorenzo si impegnò in prima persona nella letteratura. Il suo valore, però, non si limita solo alla qualità della sua produzione: è proprio lui a promuovere l’utilizzo del volgare in letteratura. Lo fa anche per scopi politici: l’affermazione del fiorentino comportava necessariamente un’affermazione della stessa Firenze nel panorama politico italiano.

La sua produzione vede un ampio ventaglio di generi: Lorenzo si dedica a egloghe, satire, rappresentazioni sacre e sonetti. Il suo impegno nella promozione della cultura, quindi, non si limitava a un interesse esteriore. Lorenzo era un vero produttore d’arte. Per questo egli era in grado di comprendere la natura e le motivazioni degli artisti e delle opere che promuoveva.

L’eternità di Lorenzo

La dedizione di Lorenzo all’arte politica e culturale lo ha reso immortale nel tempo. Con la sua abilità politica egli riuscì a stabilizzare l’assetto politico italiano. Non a caso, alla sua morte nel 1492, gli Stati italiani sprofondano di nuovo in una situazione di conflitto. Lo scontro continuo dimostra la grande instabilità della politica italiana e indurrà i sovrani esteri a imporre la propria egemonia su un paese dilaniato dai contrasti.

L’attività di Lorenzo non è solo politica, ma è molto di più. La grande Firenze rinascimentale, popolata di opere e artisti straordinari, è anche una sua creazione. Lo stesso mito del Rinascimento, senza la corte medicea, non avrebbe lo stesso valore che noi gli attribuiamo oggi. Ecco perché il nome di Lorenzo è destinato a restare nel tempo, e proprio su quest’aspetto insiste la serie TV, disponibile su Prime Video. Il grande merito di Daniel Sharman è, infatti, l’aver portato in scena un vero mecenate, un uomo capace di commuoversi davanti all’arte e alla grandezza della sua città. A muovere il Lorenzo della serie è una forza interiore, una sfrenata passione nei confronti della bellezza, in ogni sua forma. La stessa passione che, ancora oggi, consacra il Lorenzo storico nella mente di ogni italiano.

La serie TV I Medici: consacrazione di una dinastia

La serie TV, peraltro, consacra anche altri membri responsabili della famiglia Medici: lo stesso Giuliano, ma anche la madre di Lorenzo, Lucrezia Tornabuoni, oltre ai nonni Cosimo e Contessina de’ Bardi. Tutte personalità che hanno finanziato e promosso il Rinascimento fiorentino e l’affermazione della cripto-signoria nella politica italiana. Una vera e propria dinastia, dunque, la cui fama continua a essere alimentata anche oggi.

Le vicende politiche si alternano alle vicissitudini personali dei Medici, ma anche delle persone a loro vicine. Tra queste, grandi personalità del calibro di Sandro Botticelli, Filippo Brunelleschi… Così facendo, la fiction ha la grande dote di farci assaporare la passione che portò alla realizzazione di grandi capolavori, come la botticelliana Primavera. L’epica colonna sonora incrementa ancora di più le sensazioni dei personaggi. Indimenticabile è, per esempio, nella prima stagione, la scena in cui Cosimo contempla, dall’alto di una basilica non ancora completata, la sua città. O ancora il finale della seconda stagione, dove il sipario cala proprio sulla celebre opera di Botticelli. Qui viene consacrata la bellezza immortale in ogni sua forma. Proprio questo amore per la bellezza è alla base della committenza artistica filomedicea e porta Firenze a una supremazia che è anche culturale.

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