L’urbanista e architetto Ippodamo di Mileto
L’urbanista e architetto Ippodamo di Mileto

L’urbanista e architetto Ippodamo di Mileto

Ippodamo di Mileto – Photo by oxana v on Unsplash

Ippodamo di Mileto è stato uno dei più noti urbanisti del mondo greco. Figlio di Eurifonte, nacque agli inizi del V secolo a.C. Molte fonti lo definiscono “l’Ateniese”. Ciò sarebbe dovuto dal forte legame instaurato con la democrazia periclea di Atene, tanto da divenire un ateniese vero e proprio. La maggior parte delle notizie su questo architetto ci sono giunte grazie alla Politica di Aristotele. In quest’opera si sottolinea che Ippodamo è stato l’inventore della divisione della pianta urbana con vie ad angolo retto. Inoltre, il filosofo pone l’enfasi sull’introduzione di una divisione funzionale degli spazi della città. In realtà, sappiamo che queste informazioni non sono del tutto corrette. Vedremo nel prossimo paragrafo le motivazioni.

La fonte aristotelica è attribuibile al secolo successivo rispetto a quando operò Ippodamo. Il fatto che alcune nozioni non siano precise rende necessario leggere le fonti con atteggiamento critico. Tuttavia, senza il testo di Aristotele non saremmo in possesso di importanti informazioni. Ad esempio, vi è riportato che l’urbanista milesio aveva scritto un trattato sulla migliore forma di costituzione di una città. Grazie a questo prezioso passo possiamo comprendere molti tratti della posizione sociale di un personaggio del V secolo a.C.

Alcune allusioni all’architetto di Mileto sono presenti anche negli Uccelli di Aristofane, del 414 a.C. Il commediografo porta in scena un urbanista, che ha tutta l’aria di essere proprio Ippodamo. Anche se non ne viene riferito il nome, il pubblico ateniese senza dubbio era in grado di riconoscere il personaggio grazie alle sue parole, che riportano il noto modello cittadino.

Il modello urbanistico filtrato da Aristotele

Ippodamo ha teorizzato un modello urbanistico. Tuttavia, non ne è stato l’inventore. La divisione geometrica dello schema urbano è ben presente nel VI secolo a.C. Quanto riportato da Aristotele non è propriamente corretto. Infatti, a lui non sarebbe da attribuire la divisione geometrica della città, ovvero secondo assi ortogonali. Ippodamo ha identificato un modulo in lunghezza e larghezza. Questo standard, una volta moltiplicato, avrebbe dato la pianta cittadina. Inoltre, l’urbanista non ha inventato la suddivisione degli spazi urbani. Questa esisteva già in epoca micenea, oltre che da secoli in ambito vicino orientale. Egli, invece, ha stabilito un rapporto più organico del precedente tra gli edifici pubblici e privati. Intervenendo su strade, piazze e porte, si ottiene una maggiore omogeneità della pianta cittadina.

La Politica aristotelica riporta con precisione il programma ippodameo. Innanzitutto, una città deve avere 10.000 abitanti. Ciò è compatibile, secondo i calcoli moderni, con un impianto urbanistico di circa 100 ettari di estensione. In effetti, la città di Mileto, da lui pianificata, presenta proprio questo ordine di grandezza. In secondo luogo, la città deve presentare tre classi sociali: gli agricoltori, gli artigiani e gli armati. Inoltre, anche il territorio deve essere suddiviso in tre parti. Una porzione è dedicata alle divinità, una è riservata allo spazio pubblico. Infine, l’ultima area è destinata alle proprietà individuali. Vediamo i risvolti pratici di questa teorizzazione.

Ippodamo di Mileto e la pianificazione di Mileto

Diversi sono i piani urbanistici attribuiti a Ippodamo di Mileto. Quello della città di Mileto, sua patria di nascita, ne è un esempio. A dire il vero, alcuni studiosi negano l’intervento ippodameo nella pianificazione milesia. Tuttavia, è probabile che qualche legame vi sia stato. Mileto venne distrutta dai persiani nel 494 a.C. e ricostruita a partire dal 478 a.C.

Al di là della collocazione dei complessi pubblici in età classica, la parte residenziale risulta la più interessante. Si tratta dell’area della città che più ricalca la teorizzazione di Ippodamo. La pianta è a scacchiera, con misure molto precise dei singoli isolati. Questi sono originati dall’incrocio di plateiai e stenopoi, ovvero le arterie stradali di maggiori e minori dimensioni. Oggi noi possiamo osservare la disposizione urbanistica di età ellenistica e romana. Tuttavia, l’andamento degli isolati, molto regolari, e delle vie di circolazione, doveva ricalcare quello di V secolo a.C.

Ippodamo di Mileto e la pianificazione del Pireo

Il piano urbanistico del Pireo, invece, è con grande probabilità da attribuire a Ippodamo di Mileto. Ciò è confermato da molte fonti, tra cui Aristotele. Inoltre, alcuni riferimenti tardi parlano di un’agorà di Ippodamo presente proprio in questa città. Il Pireo è conosciuto come il porto della città di Atene. Non ci sono tracce di insediamenti di età arcaica, ma del V secolo a.C. Infatti, Temistocle nel 493/2 a.C. aveva identificato in quest’area il porto ateniese.

Negli anni intorno al 450 a.C. Ippodamo ha realizzato la pianificazione del Pireo. La pianta della città è di tipo ortogonale ed era direttamente legata alle Lunghe mura di Atene. I tre porti cittadini erano collegati tra loro da arterie stradali. L’incrocio tra queste vie maggiori e altre minori ha dato origine ad una serie di isolati di pianta quadrata. Ciascuno di questi era occupato da quattro abitazioni. Possiamo farci un’idea di come dovevano presentarsi gli isolati osservando gli scavi della città di Olinto.

A Ippodamo di Mileto è associata anche la pianificazione della colonia magnogreca di Thurii. Si tratta di un impianto fondato nel 445 a.C. secondo le fonti. Alcuni autori gli attribuiscono anche la realizzazione della pianta di Rodi. Tuttavia, questa città è stata fondata nel 408 a.C. Di conseguenza, l’urbanista avrebbe dovuto operare ad un’età di quasi cento anni. Come è evidente, si tratta di un’ipotesi poco probabile, che la maggior parte degli studiosi tende a scartare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *