Orvieto: 5 posti imperdibili
Orvieto: 5 posti imperdibili

Orvieto: 5 posti imperdibili

Orvieto – Photo by Karina Halley on Unsplash

Orvieto gode di una buonissima fama per il suo grande patrimonio culturale. Questo stesso patrimonio deriva dalla storia della città: i suoi primi insediamenti risalgono addirittura al X-IX secolo a.C. Sono stati soprattutto il periodo di dominazione etrusca e, in seguito, quello medievale, a determinare l’aspetto di Orvieto, per come lo possiamo vedere oggi. I siti visitabili sono davvero moltissimi. Noi ve ne suggeriamo qualcuno, nella speranza che questa bellissima città vi invogli a tornare ancora, come è capitato a noi.

La presenza etrusca a Orvieto

Orvieto era una delle città che componeva la dodecapoli etrusca. Gli etruschi, infatti, avevano dato vita a uno stato federale. Questa forma politica prevedeva l’esistenza di ben dodici città stato indipendenti. Orvieto, appunto, era una di queste, e così si presentò per la prima volta ai Romani, che la conoscevano come Volsinii.

Le necropoli

L’occupazione etrusca della città durò fino al IV secolo e lasciò notevoli tracce. Tra queste, due aree davvero suggestive sono le necropoli di Cannicella e di Crocifisso del Tufo. La prima è organizzata in terrazzamenti e accoglie anche un santuario. In quest’area sacra venne alla luce una statuetta raffigurante la dea Venere. La cosa più interessante è che questa statuetta è realizzata in una tipologia di marmo greca: Orvieto, dunque, era in epoca etrusca al centro di un’ampissima rete di traffici commerciali. Questa rete permetteva, evidentemente, la realizzazione di statuette votive in un marmo che era considerato di grande pregio e che proveniva da lontano.

La necropoli di Crocifisso del Tufo, invece, accoglie più di duecento tombe. Le sepolture sono dei veri e propri ambienti a camera; qui i defunti venivano sepolti con oggetti della loro vita, ma anche con oggetti che si credeva potessero servire nell’aldilà. Camminare tra le varie tombe è un’esperienza davvero suggestiva. Sull’ingresso di ognuna è scritto il nome del defunto. La scrittura a noi risulta incomprensibile: in realtà, non è altro che un adattamento dell’alfabeto greco. Proprio i contatti commerciali con la Grecia, infatti, fecero conoscere agli etruschi l’alfabeto. In futuro, il meccanismo si ripeterà ancora una volta: anche i romani, a seguito del contatto con gli etruschi, ne prenderanno l’alfabeto per adattarlo.

I musei archeologici di Orvieto

Tutti i reperti rinvenuti all’interno delle necropoli sono confluiti nelle collezioni archeologiche cittadine. I musei archeologici che vi consigliamo di visitare, in particolare, sono due.

  • Museo archeologico nazionale. Il museo sorge all’interno del palazzo medievale di Martino IV. La sua collezione accoglie una gran quantità di reperti etruschi. Troviamo quindi vasellame di ogni tipo, preziosa ceramica decorata, ma anche armi. Particolarmente suggestive sono le ricostruzioni di due tombe della necropoli di Settecamini. Questo sito archeologico, vicino a Orvieto, è stato scoperto nel 1863 da Domenico Golini. La necropoli accoglieva, in particolare, due tombe di cui si era eccezionalmente conservata la decorazione pittorica. Le pareti affrescate, nel tempo, sono state asportato e poste proprio nel museo orvietano. La ricostruzione permette di apprezzare la bellezza di queste raffigurazioni, tutte legate al mondo dell’aldilà.
  • Museo Faina. Anche questo museo ospita una bellissima collezione archeologica. Tra i manufatti più interessanti, troviamo la Venere della necropoli di Cannicella, ma anche i frontoni del tempio del Belvedere. Quest’ultimo è l’unico tempio etrusco visibile a Orvieto, scoperto anch’esso nel corso dell’800.

Orvieto medievale

Fu in particolare il Medioevo a conferire alla città il suo impianto urbanistico. Inizialmente longobarda, Orvieto divenne poi un libero comune. Nel 1450, però, rientrò nello Stato Pontificio. Certo è che l’essere parte del demanio papale non doveva ostacolare molto la sua libertà. Il papa, infatti, lasciava un certo spazio di manovra alle città che componevano il suo stato.

Nel corso del Medioevo a Orvieto furono costruiti numerosi edifici. Chiese, palazzi nobiliari e residenze papali: tutti questi luoghi si sono conservati nel tempo e la maggior parte di loro suggestionano anche i turisti di oggi.

Il famoso Pozzo di San Patrizio

Fu papa Clemente VII a commissionare ad Antonio Sangallo il Giovane la costruzione del pozzo. Lo fece nel 1527: in quest’anno, infatti, il pontefice fu costretto a fuggire da Roma. Questo perché la sua città era divenuta preda delle truppe dell’imperatore Carlo V d’Asburgo, sceso in Italia per assoggettare proprio Clemente.

Il papa, dunque, si rifugiò a Orvieto. Qui, egli finanziò la costruzione del pozzo, in modo tale che la città potesse servirsi di una riserva d’acqua nel caso di assedio. Inizialmente, il pozzo era conosciuto come Pozzo della Rocca. Il motivo di questa denominazione stava nella vicinanza alla Rocca del cardinale Albornoz, risalente al 1354 (di cui oggi restano solo alcune porzioni). Fu solo nel corso del 1900 che il pozzo assunse il nome che conosciamo noi. A ribattezzarlo furono i frati residenti in un convento vicino, che si richiamarono a una leggenda irlandese.

Secondo questa leggenda, in Irlanda era presente una caverna senza fondo che conduceva direttamente all’aldilà. Per farlo, però, il fedele doveva affrontare una serie di difficoltà all’interno della grotta, per potersi purificare. Proprio nei pressi di questa caverna, secondo la leggenda, amava pregare San Patrizio. Il racconto fu, di conseguenza, associato al pozzo orvietano, che richiamava la profondità della mitica caverna.

Il duomo di Orvieto

Ai cinque posti imperdibili a Orvieto aggiungiamo, come postilla, il suo meraviglioso duomo. Si tratta senza dubbio del monumento più conosciuto nella città, ma non per questo deve passare sotto silenzio.

Fu ancora una volta un papa ad avviarne la costruzione, nel 1290: parliamo di Niccolò IV. I lavori, però, si concluderanno solo nel 1500. Il risultato, in ogni caso, lascia davvero a bocca aperta. Il duomo, in stile gotico e romanico, si erge imperioso sulla piazza principale della città. Fu, in realtà, proprio la facciata a essere realizzata per ultima. Oltre alle linee geometriche che disegnano i profili e catturano l’attenzione, la facciata accoglie una serie di bassorilievi. Questi rappresentano una serie di soggetti biblici, come il giudizio finale di Dio. Oltre ad essi, però, la facciata accoglie un magnifico rosone e una serie di mosaici. Questi ultimi, in realtà, sono stati restaurati e modificati nel corso del tempo; l’unico che si è mantenuto integro nella sua forma originaria è quello della Natività.

Le cappelle del duomo

L’interno, invece, accoglie due cappelle di particolare valore. La prima, la cappella di San Brizio, è un formidabile esempio di arte rinascimentale. La struttura vera e propria fu costruita solo nel 1444. La decorazione, invece, si deve al grande pittore Beato Angelico e, dopo di lui, a Luca Signorelli, che si ispirò alla Divina Commedia di Dante per la sua opera.

L’altra cappella interna al duomo è quella del Corporale. Qui è conservato, appunto, un corporale in lino, protagonista di un evento miracoloso del 1263. Il prete boemo Pietro da Praga, in particolare, nutriva dei dubbi riguardo la reale presenza di Cristo nell’Eucarestia. Mentre stava consacrando il pane nel corso della messa, a Bolsena, l’ostia cominciò a sanguinare e macchiò il telo sottostante. Proprio a seguito di questo evento, papa Urbano IV istituì la festa del Corpus Domini e, anni dopo, Niccolò II commissionò la costruzione del duomo perché accogliesse la reliquia miracolosa.

Il patrimonio immenso di Orvieto

Pur essendo una città piuttosto piccola, Orvieto ospita moltissimi altri luoghi degni di essere visitati. Raccontarveli tutti in un articolo, quindi, rischierebbe di non rendere loro giustizia. Lasciate un commento o scriveteci se volete leggere un altro articolo su uno dei siti che vi abbiamo indicato, o su altri luoghi suggestivi della città: siamo pronti, come sempre, a soddisfare la vostra sete di cultura!

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