Il Pincio: una suggestiva vista su Roma (e non solo)
Il Pincio: una suggestiva vista su Roma (e non solo)

Il Pincio: una suggestiva vista su Roma (e non solo)

La città di Roma vanta numerosi, privilegiati punti di osservazione. Da ogni angolo, la capitale si mostra in un modo sempre nuovo e incantevole. Oggi, però, vogliamo concentrarci su un punto panoramico che, oltre a offrire una splendida vista sulla città, vanta una lunga storia, oltre che dei monumenti degni di grande interesse: il Pincio.

Dalle ville romane al progetto di un giardino pubblico

Il Pincio già in epoca romana era urbanizzato. Si trovava, in realtà, al di fuori delle originarie mura cittadine, ma ospitava comunque una serie di proprietà nobili, soprattutto giardini. Proprio per questo, infatti, era conosciuto come “Colle degli orti”. Tra i possedimenti di cui abbiamo notizia certa, in particolare, c’erano quelli di Sallustio e Lucullo. Il primo era un celebre storiografo e politico romano; Lucullo, invece, era un nobile e militare romano, responsabile della conquista di Ponto e Armenia. Entrambi furono costretti a ritirarsi a vita privata: l’uno per una serie di scandali, l’altro a motivo del malcontento delle sue truppe.

Fu, però, una famiglia di IV secolo a conferire al “Colle degli orti” il nome con cui lo conosciamo oggi: i Pincii. Di questa stirpe, purtroppo, non sappiamo molto, se non che, appunto, doveva possedere delle ampie proprietà in questa zona. I vari imperatori si impegnarono nell’urbanizzazione di quest’area: da Augusto a Nerone, fino ad Aureliano che vi costruì un tempio in onore del dio Sole, a partire dal 273 d.C.

In ogni caso, con l’avanzare dei secoli, la zona rimase progressivamente disabitata. Fu solo nel XIX secolo che si affacciò l’idea di destinare l’area a giardino pubblico; l’iniziativa, peraltro, non fu italiana, ma si dovette ai francesi che giunsero nel nostro paese guidati da Napoleone. Al termine dell’occupazione francese, il progetto fu ripreso in mano dal governo pontificio.

Cinque meraviglie del Pincio

Ad attuare l’idea francese furono, quindi, due celebri italiani: Giuseppe Valadier e Antonio Canova. Dalla sapiente congiunzione tra arte, architettura e natura è nato il parco del Pincio, per come lo conosciamo oggi. In quella che è una tra le passeggiate più amate dai romani, è possibile ammirare una serie di busti, manufatti e altre opere che costellano i viali del belvedere. Ve ne citiamo alcune, che trasudano un’affascinante storia plurisecolare.

  • Vasca in granito rosso di II o III secolo. Proviene, in realtà, da Venezia: fu papa Pio IX a ordinarne il trasferimento a Roma.
  • Statue di divinità: tra loro, quelle dedicate a Esculapio, dio della medicina, a Cibele, di provenienza orientale, a Polimnia e Abbondanza. Il parco del Pincio, insomma, dunque, accoglie una sorta di collezione d’arte all’aria aperta.
  • Busti commemorativi. La storia di questi 229 ritratti è in realtà recente, dato che risalgono tutti all’800. Ognuno di loro, però, ricorda una particolare personalità del passato: Lorenzo de’ Medici, Dante Alighieri, Ludovico Ariosto… Nel 2020 alla serie si è unita una nuova opera che rappresenta un operatore sanitario, opera di un anonimo che ha voluto così onorare il sacrificio dei “soldati anti-Covid”.
  • Il meraviglioso idrocronometro, ottocentesco, opera del dominicano Giovanni Battista Embriaco. Il meccanismo di questo orologio, governato dal moto dell’acqua, è tuttora funzionante, grazie alla costante manutenzione.
  • L’obelisco antico, risalente al II secolo d.C. Questo obelisco ricorda la triste vicenda di Antinoo, il giovane ragazzo che l’imperatore Adriano amava. Egli, purtroppo, morì affogando nel Nilo (in circostanze mai del tutto chiarite). I geroglifici che troviamo sul monumento raccontano la triste fine di Antinoo e la sua ascesa tra gli dei. Adriano, profondamente colpito dalla perdita dell’amasio, istituì addirittura un culto per onorarlo e fondò una città a suo nome.

Le meraviglie del Pincio non si esauriscono di certo qui. Molte altre opere e installazioni ottocentesche ornano i viali alberati del giardino. Abbiamo deciso di lasciarvele scoprire, come noi abbiamo fatto, tra una passeggiata e un giro sui risciò che è possibile noleggiare in loco. Questa, d’altronde, è la meraviglia di Roma: l’accorgersi di scorci, segreti e opere d’arte nella tranquillità di una semplice passeggiata.

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