San Bernardino alle ossa, un ossario nel cuore di Milano
San Bernardino alle ossa, un ossario nel cuore di Milano

San Bernardino alle ossa, un ossario nel cuore di Milano

San Bernardino alle ossa

A pochi passi dalla Piazza del Duomo di Milano si nasconde uno dei luoghi più suggestivi della città: l’Ossario di San Bernardino alle ossa. Una volta arrivati in Piazza Santo Stefano, si rimane meravigliati dalla Basilica di Santo Stefano Maggiore. Si tratta di un edificio di stile barocco di importanza determinante per la storia di Milano. Qui venne assassinato il Duca Galeazzo Maria Sforza nel 1476 e Michelangelo Merisi, detto “il Caravaggio”, ricevette il battesimo nel 1571. Volgendo lo sguardo a sinistra rispetto all’edificio principale, si eleva il Santuario di San Bernardino alle ossa.

San Bernardino alle ossa: le origini del Santuario e dell’Ossario

Nel 1145 Goffredo da Bussero fece edificare un ospedale nei pressi della Basilica di Santo Stefano. Davanti ad essa, adibì un’area ad uso cimiteriale per accogliere i corpi dei degenti, principalmente malati di sifilide. Tuttavia, dopo pochi anni l’area si rivelò di dimensioni troppo ridotte. Infatti, non era possibile far fronte all’elevato numero di defunti a cui dedicare uno spazio.

Per questo motivo, nel 1210 si procedette con l’edificazione di una camera, dove depositare le ossa provenienti dalle esumazioni del cimitero lì presente. Nel 1268 i responsabili dell’ospedale fecero erigere accanto all’ossario una chiesa di piccole dimensioni, che fu dedicata nel 1450 a San Bernardino da Siena. Al contempo, la confraternita monastica dei Disciplini, che si rifaceva proprio al santo dedicatario dell’edificio sacro, ricevette la concessione di occupare la chiesa di San Bernardino.

Sfortunatamente, il crollo della Basilica di Santo Stefano nel 1642 distrusse la chiesa e la camera che conteneva le ossa. Gli edifici versavano in condizioni tanto critiche da dover essere ricostruiti dalle fondamenta. La confraternita dei Disciplini, però, si adoperò prontamente per la riedificazione del complesso. In poco tempo, la chiesa ricevette la sua forma originaria. Tuttavia, l’Ossario necessitò di un cinquantennio circa prima di assumere l’aspetto che ancora oggi possiamo ammirare.

Con il tempo, l’Ossario divenne un luogo sempre più frequentato dai milanesi. Per questa ragione, la confraternita decise nel 1750 di affiancare alla sua sinistra una chiesa di maggiori dimensioni rispetto alla precedente. Ecco l’edificazione del Santuario di San Bernardino alle ossa, così come lo conosciamo noi.

L’Ossario: la disposizione e la provenienza dei corpi

San Bernardino alle ossa
San Bernardino alle ossa

Una volta entrati nel Santuario, percorrendo un corridoio sulla destra, si accede al noto Ossario. Al suo interno, si integrano perfettamente lo stile rococò e l’atmosfera tetra data dalla presenza delle decorazioni parietali realizzate con le ossa. Senza dubbio, chiunque vi entri rimane al contempo stupito e intimorito.

La decorazione della cupola con l’affresco Trionfo di anime in un volo di angeli di Sebastiano Ricci fa svettare le pareti, creando un’illusione ottica. Queste presentano in tutta la loro estensione un numero vastissimo di crani, tibie e femori. Le ossa si dispongono in modo tale da formare motivi geometrici regolari. L’accostamento di un’atmosfera macabra che conduce, lungo un percorso ascendente, verso un’immagine paradisiaca non può che richiamare la caducità della vita umana, il memento mori.

L’Ossario di San Bernardino alle ossa è accompagnato da una lunga serie di narrazioni, storiche e leggendarie. Ciascuna di esse tenta di spiegare la provenienza dei corpi dei defunti che lo decorano. La tradizione più affermata riporta che le ossa dovevano appartenere ai cristiani uccisi dagli eretici ariani all’epoca di Sant’Ambrogio. Questo racconto, in realtà, ha ben poco di veritiero. L’analisi delle ossa ha portato gli studiosi a constatare la presenza di lesioni causate dalla sifilide. Grazie a ciò, si è potuto stabilire che, con grande probabilità, crani, tibie e femori provenivano dalle esumazioni del cimitero dell’ospedale, in seguito alla sua chiusura nel 1652.

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