San Valentino e Cupido: i protettori degli innamorati
San Valentino e Cupido: i protettori degli innamorati

San Valentino e Cupido: i protettori degli innamorati

San Valentino – Photo by Daniele D’Andreti on Unsplash

In prossimità della festa degli innamorati, oggi vogliamo proporvi qualche particolare interessante sui due protagonisti del 14 febbraio. Parliamo di San Valentino e Cupido, emblemi rispettivamente di cristianesimo e paganesimo. Nell’immaginario comune, queste due figure si trovano spesso sovrapposte; in realtà, però, entrambe si riferiscono a diverse tradizioni. Noi ve le proponiamo, perché ognuna è degna di nota e particolarmente interessante.

Una premessa: l’origine della festa degli innamorati

L’introduzione della festività che ancora oggi celebriamo ogni anno si deve a papa Gelasio I. Il pontefice, infatti, istituì questa ricorrenza nel 496 d.C., per contrastare alcune pratiche pagane ancora in voga presso la popolazione. Verso la metà di febbraio, a Roma, si tenevano infatti i Lupercalia, una serie di riti, feste e processioni. Queste usanze cultuali, tra le altre cose, si credeva incrementassero la fecondità delle donne. Lo facevano, in particolare, tramite una benedizione piuttosto particolare: a impartirla erano alcuni giovani nudi che, correndo per le strade, frustavano le donne, propiziando così il loro desiderio di avere prole.

Nel clima dell’Impero da poco cristianizzato, una simile pratica risultava motivo di scandalo agli occhi dei credenti. Per questo motivo, dunque, il pontefice introdusse una festività in onore di San Valentino, che esaltasse invece l’amore più puro, quello eterno, che conduce a Dio.

San Valentino di Terni

È particolarmente curioso il fatto che San Valentino, in realtà, non c’entri nulla con la festa degli innamorati. Si tratta, infatti, di un martire vissuto all’incirca nel IV secolo d.C.

Valentino era vescovo di Terni. Venne martirizzato tramite decapitazione, perché accusato di aver corrotto alcuni membri dell’aristocrazia senatoria. In realtà, egli aveva favorito la conversione di varie persone, a seguito di una guarigione miracolosa. A essere salvato da lui fu il figlio di un filosofo greco, Cratone, che aveva aperto a Roma una scuola per i giovani nobili. Il ragazzo era affetto da una malattia grave, probabilmente di matrice neurologica, che lo costringeva a stare sempre rannicchiato. L’evento straordinario destò grande scalpore nella società dell’epoca e fu stimolo per l’avvicinamento al cristianesimo di varie persone. Tra queste, si convertì anche il figlio dell’allora prefetto di Roma. Furioso Placido (questo il nome del prefetto), accortosi del cambiamento del figlio, scatenò una campagna d’odio contro Valentino e ne decretò la condanna a morte.

Di fatto, non esiste alcun collegamento sicuro tra la vita del santo e la festività degli innamorati. Alcune tradizioni citano una leggenda secondo cui egli avrebbe aiutato una giovane sposa a raccogliere la quantità di denaro necessaria ad accumulare una dote. Per convolare a nozze con il proprio amato nel passato, infatti, era necessario che la famiglia della promessa pagasse una somma in denaro ai parenti dello sposo. Altri, invece, si riferiscono a Geoffrey Chaucer, un poeta dell’Inghilterra medievale. Egli riferì infatti che, proprio nel giorno di San Valentino, gli uccelli cominciarono a librarsi nel cielo in danze d’amore. Si tratta, però, solo di supposizioni: di fatto, l’associazione tra il vescovo ternano e la festività del 14 febbraio è del tutto arbitraria.

Cupido, il dio romano dell’amore

Nell’immaginario relativo alla festa degli innamorati domina la figura di Cupido, un angioletto che si diverte a scagliare frecce per incendiare le anime delle sue “vittime”. Non si tratta, però, di un angelo, bensì di una vera e propria divinità, Eros per i greci, Cupido per i romani. Secondo la tradizione più accreditata, egli era figlio di Ares e Afrodite e si caratterizzava per la sua grande bellezza.

Oltre ad essere compreso nel pantheon della civiltà greco-romana, Cupido divenne anche il protagonista di quella che può essere definita la prima fiaba dell’antichità. Si tratta della favola di Amore e Psiche, che è contenuta all’interno del romanzo Le Metamorfosi, risalente al II secolo d.C.

In essa Apuleio racconta dell’amore nato tra Amore (ossia Cupido) e Psiche, una bellissima principessa. La dea Venere, invidiosa della giovane per il suo aspetto estetico, invia il figlio, Amore, perché la faccia innamorare di un disgraziato. Le cose, però, non vanno secondo i piani: il giovane dio si innamora di Psiche e la porta in un palazzo incantato. Qui le fa visita ogni notte, per giacere con lei, ma senza farsi vedere. Le sorelle della principessa, invidiose, le fanno credere che il suo amante sia, in realtà, un terribile mostro. Per questo Psiche, vinta dalla curiosità, accende una torcia per contemplare l’amato nel sonno e rimane affascinata. Accidentalmente, però, sveglia Cupido che fugge.

Venere, adirata per il tradimento del figlio, impone a Psiche una serie di prove per ottenere l’amore e un’unione legittima con Cupido. Alla fine, la vicenda dei due sarà coronata da un lieto fine: Psiche riesce a superare ogni difficoltà e viene assunta fra gli dei, come sposa di Amore.

Il legame tra Cupido e San Valentino

L’associazione del dio romano alla festa degli innamorati risale al Medioevo. A partire dal XIV secolo, infatti, gli artisti iniziarono a rappresentare Cupido come un cherubino, ben lontano dal prestante dio protagonista della favola latina.

Il collegamento tra le frecce d’amore scoccate dal dio e la festa degli innamorati venne da sé. Nel corso del tempo, poi, ulteriori elementi tradizionali, iconografici e commerciali, si assommarono, a creare tutte le sfumature che venano il giorno più romantico dell’anno.

È certamente suggestivo che una festività apparentemente recente affondi le proprie radici in un passato tanto remoto (almeno in apparenza). Ma ancor più suggestivo e affascinante è il fatto che proprio il responsabile mitico dell’amore sia stato travolto da quella forza che egli stesso contribuiva a diffondere nel globo. Questa stessa forza, peraltro, è stata il motore di numerosi avvenimenti storici e leggendari che hanno generato il mondo a noi conosciuto. Basti pensare all’amore tra Antonio e Cleopatra, tra Dante e Beatrice, tra Ginevra e Lancillotto… tutte coppie che hanno vissuto i propri momenti di luce e di ombra. Ognuna di queste vicende, però, è nata da uno sguardo, un sorriso, proprio come quello rivolto da Cupido a Psiche, la notte in cui si innamorò di lei.

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