Il muro di Berlino, un testimone del Novecento
Il muro di Berlino, un testimone del Novecento

Il muro di Berlino, un testimone del Novecento

Il muro di Berlino

Berlino è una delle capitali più belle d’Europa, ricca di arte, storia e tanto altro. Per visitarla, assaporandone molti dettagli, occorre almeno una settimana. Girando il centro cittadino, ci si imbatte in ogni dove in monumenti che ricordano soprattutto della storia degli ultimi secoli. Pensiamo alla Porta di Brandeburgo, al Reichstag, al Memoriale per gli ebrei assassinati in Europa. Allontanandosi di un poco dal centro cittadino, si raggiunge uno dei più importanti testimoni della storia del secolo scorso: il muro di Berlino.

Il contesto storico, in breve: la guerra fredda

Una volta concluso il secondo conflitto mondiale, i rapporti tra le varie potenze mondiali erano tutt’altro che distesi. Il timore di una guerra nucleare diveniva sempre più concreto. Nel 1945, con le conferenze di Yalta, a febbraio, e Postdam, tra luglio e agosto, si era venuto a definire il destino della Germania. Al contempo, due delle potenze vincitrici, USA e URSS, cominciavano ad emergere come le uniche, di contro agli stati europei, in grado di competere sul piano economico. Il confronto tra Stati Uniti e Unione Sovietica implicava uno scontro tra due sistemi ideologici differenti: il capitalismo e il comunismo. L’Europa si trovò così divisa dalla nota “iron curtain” di Winston Churchill.

Diamo il benvenuto alla Russia nel suo giusto posto tra le più grandi Nazioni del mondo. Siamo lieti di vederne la bandiera sui mari. Soprattutto, siamo lieti che abbiano luogo frequenti e sempre più intensi contatti tra il popolo russo e i nostri popoli. È tuttavia mio dovere prospettarvi determinate realtà dell’attuale situazione in Europa. Da Stettino nel Baltico a Trieste nell’Adriatico una cortina di ferro è scesa attraverso il continente. Dietro quella linea giacciono tutte le capitali dei vecchi stati dell’Europa Centrale ed Orientale. Varsavia, Berlino, Praga, Vienna, Budapest, Belgrado, Bucarest e Sofia; tutte queste famose città e le popolazioni attorno ad esse, giacciono in quella che devo chiamare sfera Sovietica, e sono tutte soggette, in un modo o nell’altro, non solo all’influenza Sovietica ma anche a una altissima e in alcuni casi crescente forma di controllo da Mosca.

La Germania, dal 1949, risultava spaccata in due. A ovest, vi era la Repubblica federale tedesca, occupata da inglesi, francesi e statunitensi. A est, invece, era sotto il controllo dall’Unione Sovietica e prendeva il nome di Repubblica democratica tedesca. La città di Berlino apparteneva ai territori sovietici, ma si trovava divisa in due parti: Berlino est dell’URSS, Berlino ovest degli occidentali.

La costruzione e l’abbattimento del muro di Berlino

Dal 1949, per una decina di anni circa, si verificò un intenso flusso di persone che si spostavano da Berlino est a Berlino ovest, a scopo lavorativo, per ricongiungersi con la propria famiglia, o per altre ragioni. I varchi erano vigilati da guardie armate, dunque l’accesso ad una o all’altra parte era strettamente controllato. Tuttavia, la principale motivazione dello spostamento, o meglio, la fuga di gran parte della popolazione consisteva nella mancanza di libertà nella Berlino est. Si stima che fino al 1961 siano fuggiti dal controllo sovietico più di due milioni di persone.

Dall’inizio degli anni ’60 risultò sempre più difficile spostarsi tra Berlino est e Berlino ovest, perché il governo sovietico attuava crescenti pratiche di controllo del flusso di persone. E così, la notte tra il 12 e il 13 agosto del 1961, la Repubblica democratica diede avvio alla costruzione di un muro divisorio delle due parti della città. Improvvisamente, Berlino si trovò divisa da un muro lungo 43,1 km, alto 4,2 m, con filo spinato e guardie armate. Per i primi giorni, chi si trovava ancora nella parte est poteva fuggire ad ovest. Addirittura, coloro che abitavano sul confine, per scappare, erano costretti a buttarsi dalle finestre. Le loro case, di lì a breve, sarebbero state murate. Nei giorni successivi, senza un permesso speciale, sarebbe stato quasi impossibile attraversare il confine verso ovest.

Per quasi trent’anni la libertà dei berlinesi dell’est venne cancellata. Tuttavia, verso la metà degli anni ’80 iniziavano ad emergere i primi segni di crisi del comunismo. Tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre, a Berlino, migliaia di abitanti manifestarono a favore della propria libertà. Fino a quel momento la repressione del regime aveva colpito ogni ambito della vita di quelle persone che si erano trovate, da un giorno all’altro, confinate da una parte della città. In quei giorni la Repubblica federale aveva reso note proposte di legge che regolamentassero gli espatri, ma, nonostante ciò, le proteste nelle città europee aumentarono sempre di più.

Pacificamente, la popolazione voleva distruggere quel simbolo di divisione e limitazione della libertà, il muro di Berlino. Le guardie sovietiche ormai avevano poco margine di intervento. E fu così che il 9 novembre 1989 i berlinesi abbatterono il muro, si arrampicarono e si abbracciarono con i loro concittadini della parte ovest.

Una visita al muro di Berlino

Durante una visita, o un viaggio, nella città di Berlino, non si può non ripercorrere le porzioni rimaste in piedi ancora oggi del muro. Si tratta di un percorso ricco di emozione, specialmente per chi ha vissuto quegli anni. Sentire i racconti di chi ha visto l’abbattimento del muro di Berlino fanno rivivere quegli stessi eventi anche alle generazioni più giovani. La portata di questo avvenimento è enorme.

Oggi sono tre i settori percorribili di questo monumento. Un tratto è situato nell’ex quartiere della Gestapo, non troppo lontano da Postdamer Platz. Un secondo tratto è divenuto un vero e proprio memoriale, attorno a Bernauer Straße. Un terzo tratto è una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto, lungo il fiume Sprea. Prende, infatti, il nome di East Side Gallery e si trova nei pressi del Oberbaumbrücke. Per la città si possono ritrovare altri resti del muro di Berlino, come il noto Chekpoint Charlie, posto di blocco che consentiva il transito delle forze militari sovietiche.

Senza dubbio, il tratto più famoso è quello della East Side Gallery. Lungo 1,3 km, ospita meravigliose opere d’arte. Le pareti del muro sono state dipinte, dal 1990, da murales di migliaia di artisti provenienti da tutto il mondo, a celebrazione della libertà conquistata. L’opera più famosa è sicuramente The mortal kiss, di Dmitrij Vladimirovič Vrubel’, pittore russo.

Il muro di Berlino

Berlino è una città ricca di testimoni della storia del secolo scorso. Si potrebbe dire che è d’obbligo visitarla, per rendersi consapevoli di quanto accaduto in passato, perché certi avvenimenti non possano più verificarsi.

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