Halloween: una festa dalle radici irlandesi
Halloween: una festa dalle radici irlandesi

Halloween: una festa dalle radici irlandesi

Halloween – Photo by Neven Krcmarek on Unsplash

Il 31 di ottobre, di sera, molte città si animano di figure mostruose. Zombie, streghe, fantasmi, bambole assassine, chi più ne ha, più ne metta. Sono bambini, giovani e adulti mascherati che girano di casa in casa per fare “dolcetto o scherzetto?” la sera di Halloween. Nei giorni precedenti, chi partecipa ai festeggiamenti decora le proprie abitazioni con zucche, ragnatele, ragni, candele. Le vie sono pervase da un’atmosfera suggestiva, tenebrosa. Se poi, accidentalmente, cala un banco di fitta nebbia, che rende fioca la luce della luna piena, il gioco è fatto.

Si è tentati a pensare che Halloween sia una festa che trova le sue origini negli Stati Uniti. In effetti, ad oggi, le maggiori espressioni di questa ricorrenza si trovano proprio negli USA. Tuttavia, le sue radici sono rintracciabili in un luogo differente. Nello specifico, seguendo gli studi dell’antropologo James George Frazer, bisogna giungere fino all’Irlanda delle popolazioni celtiche.

Samhain, dove affondano le radici dell’attuale Halloween

I Celti occuparono la grande isola ad ovest dell’attuale Gran Bretagna fin dal VI secolo a.C. Erano prevalentemente pastori, dunque il loro anno era scandito dai ritmi del bestiame. Quando il clima era favorevole, con temperature più alte, potevano portare le greggi al pascolo. Una volta sopraggiunto il freddo, era necessario fare ritorno a valle. Ed ecco che, proprio in corrispondenza di questo momento, aveva inizio il nuovo anno. Il passaggio dalla stagione calda a quella fredda era variabile di anno in anno. Tuttavia, convenzionalmente, si attribuiscono al capodanno celtico le date del 31 ottobre e 1 novembre.

Questa ricorrenza prende il nome di Samhain e significa letteralmente “fine dell’estate”. Il nuovo anno aveva inizio con il buio e il freddo, con le tenebre. Così come si celebrava il termine della stagione propizia, si ricordava la morte della natura e dei propri defunti, tematica cardine della festa. La tradizione prevedeva l’apertura dei tumuli degli eroi proprio il 31 ottobre. Da questo momento, gli spiriti dei cari estinti, da una landa dominata dall’eterna giovinezza, Tir nan Oge, potevano giungere nel mondo dei viventi e vagare in libertà.

Così, si verificava la dissolversi le leggi spazio-temporali a governo dei due mondi, dei vivi e dei morti. In questo momento, i focolari dovevano essere spenti, per facilitare il contatto tra i due mondi, tranne uno. Infatti, tutti erano invitati a recarsi nel bosco sacro, dove i druidi provvedevano ad accendere il fuoco sacro e compiere sacrifici rituali. L’indomani, gli abitanti dei villaggi potevano fare ritorno alle proprie case, portando con sé una fiaccola, accesa dal focolare sacro, che era stata la luce guida per le anime dei defunti.

I primi contatti con il mondo romano

Le popolazioni celtiche sono entrate in contatto con il mondo romano dal I secolo a.C. Le prime incursioni romane nelle isole britanniche si datano alla metà del secolo. Nel 55 e 54 a.C. hanno avuto luogo le due spedizioni di Cesare, con le sue truppe, in Britannia. Durante la seconda incursione, in particolare, i soldati sono riusciti ad oltrepassare il fiume Tamigi e a sottomettere le popolazioni locali. Tuttavia, queste non hanno mai riconosciuto l’imperium di Roma, tanto da non versare il tributo.

Sarebbe opportuno domandarsi che rapporti avessero i romani con l’Irlanda, conosciuta come Hibernia. In passato si riteneva che fosse un’isola sconosciuta alle truppe romane. In realtà, le testimonianze archeologiche raccontano di contatti continui, senza mai, però, verificarsi una conquista vera e propria. Gli scambi, principalmente commerciali, si sono verificati in un periodo compreso tra le due spedizioni britanniche di Cesare e il V secolo a.C. In questo periodo le truppe romane hanno abbandonato i territori per via delle invasioni reno-danubiane dei barbari. Successivamente, i territori della Britannia sono stati occupati dagli Angli e dai Sassoni.

Così, hanno avuto termine i contatti tra il mondo romano e l’Irlanda. Qui, quindi, non c’è mai stata una conquista da parte di Roma. Tutto ciò ha consentito alle tradizioni popolari di rimanere radicate nel panorama culturale locale. Questo è ciò che si verificò con il capodanno celtico, il Samhain, almeno, fino ai contatti con la dottrina cristiana.

L’influenza cristiana

I primi contatti delle popolazioni celtiche irlandesi con il mondo cristiano si sono verificati dopo la caduta dell’Impero romano d’occidente. Il cristianesimo ha tentato, nei secoli, di sradicare ogni culto pagano. Tuttavia, ciò non è sempre accaduto. Questo è il caso del capodanno celtico. Proprio perché si tratta di una ricorrenza ben ancorata nella cultura locale, la dottrina cristiana ha mantenuto in essere il Samhain, cristianizzandolo.

Nel 609 o 610 Papa Bonifacio IV, il giorno 13 di maggio, ha istituito una ricorrenza dedicata ai santi. Poco più di un secolo dopo, Papa Gregorio III ha stabilito che il 1 di novembre doveva essere ricordata la consacrazione di una cappella a San Pietro, dedicata alla commemorazione degli apostoli, dei santi, dei martiri e di tutti i giusti. Col tempo, è divenuta una consuetudine la celebrazione in memoria dei santi durante il primo giorno di novembre. Un decreto emesso su richiesta di Papa Gregorio IV, nell’835, ha stabilito che la ricorrenza fosse di precetto. Circa un secolo dopo, Odilone di Cluny ha disposto la celebrazione dei defunti il 2 novembre, dopo Ognissanti, in tutti i monasteri cluniacensi nel 998.

Il periodo in cui si ricordano i santi e i defunti coincide con il Samhain. Proprio in Ognissanti e nella celebrazione dei defunti si ritrovano i tratti dell’antichissimo capodanno celtico.

Halloween, la celebrazione della festa il 31 ottobre, dall’Irlanda agli Stati Uniti

Procedendo lungo la linea del tempo, si arriva al XIX secolo. Tra il 1845 e il 1849 in Irlanda si è diffusa una terribile carestia, che ha causato un milione di morti. Migliaia di persone si sono trovate in una condizione di estrema povertà, tanto da essere costrette ad emigrare. Si è verificato un vero e proprio esodo verso i porti del Canada e le coste orientali degli Stati Uniti. La popolazione irlandese ha portato con sé non solo i pochi averi rimasti, ma anche un importante bagaglio culturale.

La comunità stanziatasi negli Stati Uniti ha mantenuto viva la ricorrenza Samhain, tramutatosi ormai in Halloween. Il termine è la contrazione di All Hallows’ Eve, ovvero “vigilia di Tutti i Santi”. Infatti, la festa viene celebrata il 31 ottobre, proprio durante la vigilia di Ognissanti. La dissoluzione del confine tra vita e morte, che vigeva nel capodanno celtico, ritorna come tema ricorrente ad Halloween. Ecco che tutti si travestono da creature defunte, che ritornano nel mondo dei vivi.

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