La Shoah: la sua istituzione e il suo ricordo nel cinema
La Shoah: la sua istituzione e il suo ricordo nel cinema

La Shoah: la sua istituzione e il suo ricordo nel cinema

Shoah – Photo by Alexey Soucho on Unsplash

Ci avviciniamo a una ricorrenza estremamente triste, che però è fondamentale per il nostro paese. Lo spirito che ha portato all’istituzione del Giorno della memoria, nel 2000, infatti, è lo stesso che costituisce la base per la nascita della Repubblica Italiana. Proprio per questo abbiamo raccolto per voi un piccolo glossario che possa raccontare qualcosa in più sulla Shoah, una tra le purtroppo innumerevoli tragedie umanitarie che è fondamentale ricordare. Il ricordo, infatti, è l’arma più potente per renderci umani, anche nelle questioni sociali che caratterizzano la nostra epoca.

Il mini-glossario della Shoah

Shoah

Si tratta di un termine ebraico che significa “desolazione”, ma anche “tempesta devastante”. È entrato nell’uso comune a partire dal secolo scorso, per indicare lo sterminio sistematico che venne attuato dal regime nazista nei confronti della popolazione ebrea. Inizialmente, il concetto di Shoah si associò a quello di Olocausto, ma solo per breve tempo. Il termine Olocausto, infatti, indica quello che, nella religione ebraica, è un sacrificio fatto a Dio. Per questo si è ritenuto offensivo riferire l’idea di un sacrificio in onore di Dio a un genocidio. Nelle centinaia di migliaia di vittime, infatti, non va ravvisata un’offerta al divino, quanto piuttosto l’attuazione di una mentalità barbarica e crudele.

Lager

Si tratta dei luoghi nati, in base ai folli progetti dei nazisti, per radunare gli ebrei. Qui, i prigionieri erano impiegati nei lavori forzati o, qualora fossero “inadatti al lavoro”, andavano incontro a una fine terribile e dolorosa. Per rendere l’idea dell’atrocità di questi luoghi e della profonda disperazione che tormentava i suoi prigionieri, prendiamo in prestito le parole di Primo Levi.

Noi diciamo “fame”, diciamo “stanchezza”, “paura” e “dolore”, diciamo “inverno” e sono altre cose. Sono parole libere, create e usate da uomini liberi che vivevano, godendo e soffrendo, nelle loro case. Se i Lager fossero durati più a lungo, un nuovo aspro linguaggio sarebbe nato; e di questo si sente il bisogno per spiegare cosa è faticare l’intera giornata nel vento, sotto zero, con solo indosso camicia, mutande, giacca e brache di tela, e in corpo debolezza e fame e consapevolezza della fine che viene.

Umano e umanità

La cosiddetta “soluzione finale”, escogitata dai gerarchi nazisti a danno del popolo ebraico, è l’acme della disumanità. Si tratta di un progetto criminale, che lascia però sconvolti per il suo grado di crudeltà estrema. Nei lager e nelle città, i nazisti violavano sistematicamente i diritti umani. Lo facevano in virtù di una supposta superiorità etnica che, tra l’altro, moltissimi studiosi hanno smentito, in ambito scientifico, più e più volte. Perché non c’è e non ci dev’essere alcun tipo di divisione tra i popoli. Nel mondo esistono differenze tra gli uomini: tali differenze, però, non sono svantaggiose, ma esaltano anzi il concetto stesso di umano.

La tragedia che resta nel ricordo

L’obbligo morale che si impone, e ci obbliga a ricordare ciò che è stato, ha coinvolto anche l’industria cinematografica, musicale e letteraria. Proprio per questo, nell’ottantennio che ci separa da quei terribili avvenimenti, si sono succeduti film, libri, interviste e testimonianze che ogni volta colpiscono al cuore. Cominciamo col proporvene alcuni, perché possano essere spunto di riflessione. Lo scopo di queste opere cinematografiche, d’altronde, è proprio quello di appellarsi al senso morale di ognuno di noi, perché, come ci comanda Primo Levi,

Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa, andando per via, coricandovi, alzandovi; ripetetele ai vostri figli.

Film sulla Shoah

  • Schindler’s List: si tratta di un film che è entrato nella storia del cinema per la sua durezza. Il protagonista è Oskar Schindler, imprenditore e membro del partito nazista realmente esistito che si impegnò in prima persona per salvare dai campi di concentramento molti ebrei. Dalla sua iniziale posizione agiata, distaccata dal mondo, egli incontra il dolore nella sua essenza più atroce; da questo incontro, uscirà un nuovo signor Schindler, il cui sgomento rispecchia il sentimento che regnava in Europa al termine di quel periodo di terrore.
  • Il pianista: Wladyslav, un giovane pianista polacco, è costretto a nascondersi e mantenersi con mezzi di fortuna in una Varsavia sotto l’occupazione tedesca. Ad aiutarlo sarà soprattutto un ufficiale tedesco: simbolo di un’umanità che, nonostante le imposizioni naziste, è ancora viva e pronta a rivolgersi al prossimo.
  • La signora dello zoo di Varsavia, disponibile su Amazon Prime Video: la storia è simile alla parabola di Oskar Schindler. I protagonisti, però, sono qui due coniugi, Jan e Antonina Zabinski. I due mettono a rischio la propria vita per proteggere, nel loro zoo, più di duecento ebrei. Si tratta di un film lontano dalla realtà dei lager, ma che mostra il disperato bisogno di normalità di un popolo costretto a nascondersi in gabbie per animali per sfuggire ai campi di concentramento.
  • Lezioni di persiano: l’ambientazione qui è diversa rispetto ai film precedenti. Siamo, infatti, in un lager, dove un prigioniero belga, Gilles, si spaccia per un persiano. Un ufficiale nazista richiede i suoi servigi, dato che ha in programma di trasferirsi a Teheran dopo la guerra. Gilles, dunque, si ritrova insegnante di una lingua che nemmeno conosce. Per sopravvivere, deve portare avanti una resistenza silenziosa, fatta di menzogne e di una lingua nuova che egli stesso costruisce e impara giorno per giorno.

Bibliografia

Citazioni tratte da: Primo Levi, Se questo è un uomo, Einaudi

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