Le abitazioni nel mondo greco: il caso di Olinto
Le abitazioni nel mondo greco: il caso di Olinto

Le abitazioni nel mondo greco: il caso di Olinto

Le abitazioni – Photo by Evgenia Stergioula on Unsplash

Le popolazioni nomadi erano solite edificare abitazioni provvisorie, in legno e paglia. Quando l’uomo è diventato sedentario, i principali materiali utilizzati erano mattoni crudi e pietre. Certamente, gli aristocratici potevano permettersi case più ampie ed articolate rispetto ai più poveri. I primi erano proprietari di edifici con una corte, su più piani. I meno abbienti, invece, al massimo possedevano un’abitazione con poche stanze.

Si può notare come gli edifici privati non abbiano lo sfarzo e la magnificenza propria di quelli pubblici. Pensiamo alle strutture templari, come il Partenone di Atene. Certamente, non mancano le abitazioni con ricchi mosaici ma, generalmente, queste erano dotate di un senso di misura. In questo articolo, ci riferiamo a costruzioni precedenti l’epoca di Alessandro Magno (356-323 a.C.) e le successive dinastie ellenistiche, quando prevaleva lo sfarzo.

Gli archeologi sono stati in grado di riconoscere le abitazioni quasi esclusivamente a livello delle fondazioni e del piano pavimentale. Nella maggior parte dei casi, infatti, non si conserva l’alzato, se non per qualche porzione. Gli scavi di Olinto ci hanno restituito importanti informazioni riguardo la disposizione delle case nei vari isolati cittadini.

Olinto, la polis che ci ha tramandato il suo aspetto del IV secolo a.C.

Olinto era una polis greca della penisola calcidica. Ha avuto un’esistenza fatta di distruzioni e ricostruzioni. Le prime tracce dell’insediamento sono attribuibili all’età geometrica, tra XI e VIII secolo a.C. La città si è accresciuta progressivamente, in maniera regolare. Tuttavia, nel 480 a.C. l’esercito del re persiano Serse l’ha rasa al suolo. Olinto è stata poi ricostruita nel 432 a.C., una volta divenuta luogo centrale di una confederazione.

A quest’altezza cronologica, la città all’interno delle mura era definita da vie ortogonali, rispettando i dettami di Ippodamo di Mileto. L’incrocio degli assi viari identificava una serie di isolati. Questi occupavano l’intero spazio inframurario. Ciascuno di essi presentava un numero specifico di case. Si poteva distinguere solamente qualche area lasciata libera, a ridosso della cinta muraria. Si tratta della cosiddetta “area di rispetto“. Il suo uso era ben diverso da quanto indicato dal nome. Infatti, qui si ammassava la popolazione delle campagne, in tende o altre sistemazioni provvisorie, in caso di assedio.

Nel giro di un ventennio, anche l’area di rispetto è stata occupata da soluzioni abitative stabili. Ciò si deve a una molto rapida crescita demografica. La popolazione aumentava così velocemente che negli anni successivi si è proceduto con l’edificazione di un quartiere stabile all’esterno delle mura.

Nel 348 a.C. Filippo II di Macedonia ha distrutto la città. Olinto non è più stata ricostruita e gli scavi archeologici hanno portato alla luce proprio la polis demolita dal sovrano macedone.

Le abitazioni di Olinto in età classica e tardoclassica

Alla distruzione di Olinto del 348 a.C. non ha fatto seguito la sua ricostruzione. In realtà, studi recenti hanno dimostrato che le armi dell’epoca non erano in grado di radere al suolo completamente una città. Con grande probabilità, qualche struttura era rimasta in uso anche nei periodi successivi. Ad ogni modo, non sono state realizzate modifiche urbanistiche rilevanti. Così, è stato possibile studiare i modelli abitativi in uso all’epoca.

I singoli isolati ospitavano più abitazioni. Queste erano organizzate in modo tale che ciascuna di esse sfruttasse nel miglior modo possibile la luce solare. Generalmente, le case degli aristocratici si affacciavano su una corte centrale, in posizione meridionale. La parte residenziale, si sviluppava verso nord, con le finestre affacciate a sud. A seconda della disposizione all’interno dell’isolato, ciascuna abitazione aveva la porta di ingresso in una posizione diversa.

Le abitazioni presentavano un vestibolo e l’accesso alla corte interna. Gli ambienti del piano terreno erano destinati alle funzioni pubbliche, dove intrattenere gli ospiti. Ad un piano superiore, dovevano esserci gli ambienti residenziali. Secondo la teoria tradizionale, vi erano degli spazi dedicati unicamente agli uomini. Si tratta del cosiddetto andron. Qui si svolgevano i banchetti e i simposi. L’area dedicata alle donne, invece, si trovava al piano superiore ed era il gineceo. Le case di Olinto hanno portato alla luce magnifici mosaici. Gli studiosi hanno potuto così identificare la complessa articolazione dell’andron nelle abitazioni di questa polis.

Di recente, si dibatte in merito al fatto che il gineceo sia posto al piano superiore delle case. La teoria tradizionale si basa sull’analisi delle fonti letterarie. Tuttavia, alcuni rinvenimenti smentiscono tale ipotesi. Sono stati portati alla luce oggetti tipicamente femminili in aree destinate agli uomini. Con grande probabilità, doveva esserci una certa libertà nell’articolazione degli ambienti.

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